“Un politico è qualcuno che pensa alle prossime elezioni, mentre lo statista pensa alla generazione futura. Il politico pensa al successo del suo partito, lo statista al bene del suo Paese”.
La citazione, ripresa da Alcide De Gasperi, è del teologo statunitense James Freeman Clarke (1810-1888)
E’ sempre di più così, anzi, non credo di sbagliare molto affermando che di statisti non ce ne sono più all’orizzonte, siamo purtroppo in mano a politici, il più delle volte nemmeno tanto capaci, orientati sempre e solo a fare propaganda per vincere le prossime elezioni, condizione questa ormai permanente, perché qui da noi si è sempre e costantemente in campagna elettorale, per soddisfare la quale vediamo ex sindacalisti, ex sindaci, ex dirigenti di enti statali, ex giornalisti, insomma ex con incarichi legati in qualche modo a partiti e loro adepti che, terminato lo svolgimento delle proprie funzioni, vengono candidati in politica. Tutto ciò avviene senza tener conto delle specifiche competenze. Quelle non contano, l’importante è vincere o esserci. Ed è poi così che vengono fuori scelte scellerate e promesse elettorali irrealizzabili. I cittadini hanno bisogno di programmi e soluzioni concrete, fattibili, evidenti, per la realizzazione delle quali servirebbero lungimiranza, pianificazione e capacità. Facciamo un esempio, ce ne sarebbero tanti ma il più attuale, il più controverso è la costruzione del ponte sullo stretto di Messina, costato già una vagonata di soldi ancor prima di essere realizzato. Dicono che si abbrevieranno i tempi di percorrenza, e questo lo capisce anche un bambino, nel frattempo però c’è qualche altro politico che riduce la velocità di strade importanti per lo stato pietoso del manto stradale: da 90 a 30 chilometri orari, in campagna, invece di fare asfaltare e magari in modo perlomeno proporzionato ai costi. E ce ne sono tante di strade in queste condizioni, anche a due corsie per senso di marcia con relativo guard rail al centro, vedi la Roma – Latina. Ecco il controsenso, si parla di ridurre i tempi di percorrenza su di un unico punto mentre l’Italia tutta rallenta per mancanza di pianificazione e competenza. Ora ci vorrebbero anche costringere ad impacchettare le case, ad Oslo come a Palermo. Si potrebbe continuare il lungo elenco ma credo sia urgente fermare questi soggetti prima che dilapidino il mondo per fare ricchi pochi potenti, e già sono un pezzo avanti.
Giorgio Raviola