Quasi sempre ai turisti in visita a New York si propongono gli spettacoli scenografici dei grattacieli di Manhattan che si possono ammirare giorno e notte dall’alto di una delle tante torri, un tempo le più alte del mondo, oggi superate dalle gigantesche architetture di Dubai o Shanghai. Poi non si deve perdere la gita in battello verso l’isolotto dove sorge la Statua della Libertà, protetta dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità. Solo pochi, meno frettolosi e più intellettuali, affollano i musei della Grande Mela, che sono fra i più grandi e ricchi del mondo. Fra questi spicca il Solomon R. Guggenheim Museum, al numero 1071 della Quinta strada. E’ talmente straordinario, tanto per la eccezionale struttura dell’edificio quanto per il contenuto, una ricchissima raccolta di opere d’arte moderna e contemporanea, che nel 2019 è stato iscritto nella lista del Patrimonio mondiale dell’UNESCO, sotto il titolo di “The 20th-Century Architecture of Frank Lloyd Wright”. IL Museo fu fondato nel 1937, ma la sede attuale è del 1943 ed è il capolavoro di Wright. Egli la concepì come uno Zuggurat rovesciato che lui chiamava Taruggiz, parola che indicava in Mesopotamia un edificio terrazzato religioso, una montagna sacra. Dalla Quinta strada appare come una incongrua struttura, all’inizio persino contestata per le sue spirali chiare fra le pareti di cristallo dei grattacieli dei privilegiati che hanno le finestre affacciate sul Central Park. Come a Bilbao, infatti, l’edifico contenitore del museo è quasi più affascinante dei contenuti di arte astratta moderna e postmoderna, considerati di inestimabile valore. Wright volle dire all’uomo moderno che la cultura deve rappresentare l’elemento che unisce i popoli divisi dal tempo della Babele delle lingue e delle fedi religiose. Gli europei, custodi dei musei tradizionali, tuttora considerati templi dell’arte, dal Louvre al Prado, dagli Uffizi ai Musei Vaticani, passando per San Pietroburgo, Amsterdam e Berlino, visitano il Guggenheim con qualche perplessità, ma al tempo stesso si arricchiscono e comprendono che il mondo “gira” e il futuro riserverà chissà quali altre sorprese.
Umberto Mantaut