Le Giunte dei nostri Comuni di Ladispoli e Cerveteri hanno come tutti i municipi un Assessorato per l’Ambiente, specie se si nutrono pretese, nel nostro caso più che giustificate, di centri di interesse turistico. Non si tratta solo di spiagge, quindi cura degli arenili e lotta contro l’inquinamento delle acque, ma specie a Cerveteri si aggiungono gli aspetti archeologici e paesaggistici, poiché la città gode della protezione dell’UNESCO. Pertanto, ad ogni cambio di compagine governativa, meglio dire amministrativa, la nomina dell’Assessore all’ambiente responsabilizza la persona prescelta in un compito non facile, che richiederebbe la quotidiana ispezione dei territori urbanizzati, dei giacimenti archeologici, delle frazioni costiere e residenziali, dei borghi storici e delle aree agricole. Una fatica da far ricordare Sisifo, perché, mentre lui dopo aver spinto faticosamente un masso sulla montagna se lo vedeva rotolare nuovamente in basso, l’Assessore all’ambiente nelle nostre realtà caratterizzate da alto tasso di maleducazione di residenti ed ospiti, spesso vede sprecate energie e fiato nel tentativo di lottare contro il degrado. Del resto l’assessore combatte ad armi spuntate, poiché la sana pratica di censurare e multare in questo benedetto paese sembra limitata solo a svuotare le tasche degli automobilisti. Inquinatori, vandali, distruttori di piante, piromani, coloro che abbandonano i loro rifiuti ovunque, proprietari di cani con bisognini fisiologici da lasciare sui marciapiedi e via dicendo, continuano ad agire indisturbati a danno di tutti. Quindi, riusciamo a comprendere come mai la “presenza” fisica degli assessori sul territorio sia un evento eccezionale, perché è più comodo stare in ufficio, dare disposizioni regolarmente disattese e raccogliere le segnalazioni con la dovuta sufficienza. Nei comizi elettorali tutti gli aspiranti sindaco invocano la collaborazione dei cittadini per trasformare le nostre città in oasi di pace, bellezza, arte e cultura. Poi non accade nulla. Chi tenta di collaborare si sente sempre dire che i suggerimenti sono tanto belli, ma manca il personale, specie i vigili per intervenire, non ci sono soldi, c’è la burocrazia, il “pueblo” è troppo incivile, multare fa perdere voti, occorre avere pazienza e giocare sui tempi lunghi, così poi finisce il mandato e le patate bollenti se le becca la nuova Giunta, spesso simile alla precedente per criteri e metodi. Avendo notato che le “grandi opere”, come il nuovo lungomare di Marina di Cerveteri, dopo un momento di gloria languono invasi dalle erbacce, il tentativo di piantare qualche albero, dopo le stragi delle essenze di alto fusto nelle aiuole e lungo i viali, non è seguito da cure e dal controllo circa l’attecchimento, la raccolta dei rifiuti e la pulizia delle strade presentano lacune chiamate discariche a cielo aperto, forse conviene affrontare i problemi da aspetti secondari, insomma, partire dal piccolo e da interventi immediati, per poi ripartire dai problemi veramente importanti. Un primo capitolo di “segnalazioni” potremmo intitolarlo: “Estetica ambientale e comportamenti privati”. Il tempo passa e, per la verità, i cittadini contribuenti ed elettori incominciano a notare che le Giunte continuano a non brillare per solerzia operativa, specie nelle periferie, nelle frazioni interne e in quelle a mare, trascurate e sempre più degradate. Si parta dal presupposto che il rispetto dell’ambiente non è solo una questione di interventi pubblici sul verde, la gestione delle strade o la rimozione di rifiuti, ma è anche un problema complesso di estetica del territorio, in parte sotto la responsabilità dei privati. Parliamo del cosiddetto arredo urbano, della cura riservata ad edifici e loro pertinenze, del controllo degli abusi. L’amministrazione ha oltre tutto la possibilità di ottenere notevoli introiti multando i trasgressori. Proviamo a esporre qualche situazione esemplare. Tutti i nostri il territori sono disseminati di “fioriere” incolte o tenute in pessime condizioni, con il risultato di trasformarsi in pattumiere al servizio dei passanti. Si tratta di “oggetti” privati, ma collocati in aree frequentate dal pubblico. Il loro aspetto contribuisce gravemente nel creare l’impressione di cittadine in pieno degrado ambientale ed estetico. Qualche esempio? Si notino le fioriere delle banche, dei vari bar con spazi all’aperto, quelle di molti condomini e dei centri commerciali. La trascuratezza colpisce di più in aree centrali e nelle frazioni costiere. Un’ordinanza del Sindaco dovrebbe imporre la rimozione da parte dei responsabili delle fioriere che gli stessi dichiarano di non essere in grado di tenere nel dovuto ordine, anche a causa dei vandalismi non infrequenti. A coloro che intendono conservarle, per motivi di delimitazione degli spazi o altro, si imponga di provvedere alla cura delle piante e alla loro sostituzione stagionale. Trascorso un congruo lasso di tempo, si proceda a multare i trasgressori oltre ad addossare loro le spese per la rimozione delle fioriere vuote. Si osservino poi le troppe facciate fatiscenti e certi balconi impresentabili. E’ sufficiente un’ispezione “ad occhi aperti” nei comprensori per notare che molti villini e più spesso i condomini denunciano un’incuria pluriennale. Vi sono facciate fatiscenti, con evidenti tracce di sudiciume, parti scrostate, frontalini pericolanti, grondaie rotte, calcinacci in caduta libera, balconi con paurose crepe, quindi rischi per l’incolumità dei passanti. Osservando i balconi, le terrazze e i giardini privati, oltre le varie verande abusive e i numerosi corpi aggiunti che hanno alterato l’estetica del progetto iniziale, si possono notare ovunque comportamenti poco corretti da parte di proprietari ed inquilini: panni stesi sulla pubblica via, mobili, masserizie e ciarpame a vista, antenne pericolanti, tettoie precarie. Un’ordinanza del Sindaco informi i proprietari che saranno effettuati controlli per verificare lo stato estetico dei fabbricati e delle loro pertinenze, con ingiunzione ad intervenire nei casi di trascuratezze che rendano insicuro ed esteticamente impresentabile l’ambiente circostante. Ville, villini e distacchi esterni condominiali sono dotati di giardini, aiuole o comunque aree destinate al verde privato, il quale dovrebbe integrare e migliorare esteticamente il comprensorio, in armonia con il verde pubblico. Purtroppo molti proprietari non curano la manutenzione dei loro spazi verdi con grave danno estetico. Anche per questi aspetti sarebbe sufficiente un’ispezione mirata per evidenziare le principali deficienze. Molte siepi non sono regolarmente potate, sicché sporgono disordinatamente su vie e marciapiedi, costringendo i passanti a pericolose deviazioni, specie se si deve scendere dai marciapiedi lungo strade di scorrimento. Alcuni alberi d’alto fusto hanno grossi rami pericolanti che incombono su spazi frequentati dal pubblico, altrove, i proprietari hanno completamente abolito i giardini, trasformandoli in piazzali per parcheggio o pseudoterrazze rasoterra, cosa che non dovrebbe essere consentita, poiché si sottrae verde ai comprensori. Alcuni, intervenendo su alberi pubblici al confine con le loro proprietà, si sono permessi di abbattere essenze d’alto fusto che erano patrimonio di tutti ed abbellivano strade e piazze. Molti proprietari continuano ad accumulare a casaccio i residui delle potature private e l’erba dopo aver tosato i prati. Un’ordinanza informi i cittadini che saranno controllate le condizioni estetiche e di manutenzione delle aree verdi private, prevedendo contravvenzioni specifiche per le diverse situazioni lesive della sicurezza, del decoro ambientale e dell’igiene. Le Giunte dovrebbero capire che i cittadini preferiscono vedere risolti i piccoli problemi, poiché non credono più nei progetti utopistici. Abbiamo sotto gli occhi due cittadine dell’area metropolitana romana con enormi potenzialità residenziali, imprenditoriali e turistiche, si cerchi almeno di non trascurare l’ordinaria gestione dei territori.
Umberto Mantaut