La Germania “sotto” tutto, meglio dire la Germania venga dopo gli altri. Gli europeisti della prima ora coltivavano una splendida utopia. Speravano che la CEE, Comunità Economica Europea, nata con il Trattato di Roma come un Mercato Comune, si sarebbe velocemente trasformata in uno stato federale simile agli Stati Uniti d’America, anzi assai migliore. Gli americani hanno due formidabili collanti: la lingua comune e il dollaro. Per il resto sono una grande potenza piena di difetti. Comandano i bianchi di estrazione europea. La nazione è multietnica, ma gli “altri” sono ghettizzati. Gli africani, schiavi trattati come bestie dai padroni cristiani, hanno ottenuto parità di diritti sulla carta, ma il razzismo è ancora palpabile specie nella provincia profonda. Asiatici, ispanici, italiani e le genti di altre comunità vivono meglio, purché stiano chiusi nelle varie China Town o Little Italy. Gli U.S.A. non hanno radici proprie. Sono snob nel senso di senza nobiltà. In quelle terre vivevano indigeni con le loro culture, ma gli invasori li sterminarono senza pietà. Molti europei emigrarono per popolare il nuovo mondo, alcuni per bene e volenterosi in cerca di lavoro e di una nuova vita, ma molti furono avventurieri, feccia e certamente non i migliori del vecchio continente. L’Europa è uscita a pezzi dalla guerra scatenata dai tedeschi, ma ha invidiabili radici solide cristiane e culturali. I popoli europei sono il frutto di secolari mescolanze etniche, ma fra il biondo scandinavo e il bruno siciliano non esistono differenze sul piano delle basi culturali e civili. Dunque, la CEE, trasformata in UE, Unione Europea, aveva ed ha tuttora grandi potenzialità per affermarsi come pacifica e grande potenza mondiale. Purtroppo, ancora una volta la Germania ha preteso di farla da padrona. Per fortuna, i tedeschi di oggi non sono più gli obbedienti sudditi del primo pazzo dittatore. Il volto attuale di Frau Merkel ha grandi risvolti emblematici. Le regioni della Germania che più la votavano le hanno assestato una sonora legnata elettorale. La mascella volitiva appare contratta in un smorfia in bilico fra la rabbia e la paura. Le mandibole che hanno sbranato la Grecia forse non riusciranno a ingoiare i sudati risparmi degli italiani. Le colpe della Germania, impersonata dalla Cancelliera di ferro, sono state smascherate. Ha fatto fuggire la Gran Bretagna, membro importantissimo della Unione. Gli inglesi non hanno mandato la RAF a bombardare Berlino. Non si trattava di accorciare i baffetti di Hitler o sfuggire a cingoli dei Panzer. Bisognava evitare di farsi schiacciare dai glutei che poco per volta avrebbero oppresso tutto il vecchio continente con la complicità dell’orrenda burocrazia di Bruxelles.. Sono semplicemente volati via, allontanandosi dalle regole folli dettate a reti unificate da Berlino e Bruxelles. Pare che la economia inglese abbia tratto grandi benefici. Nella lotta contro la pandemia Londra esce vittoriosa, mentre noi, per colpe comunitarie, siamo nei guai a morire come le mosche. Anche l’Asse francotedesco si sta rivelando una porcata. La Merkel non chiederà mai scusa, ma deve essersi pentita per aver sorriso, anzi ridacchiato di noi italiani, a braccetto con un presidente parigino, che oggi la stessa magistratura francese ha condannato come un delinquente comune per piccole malversazioni in patria. Ovvio che nessuno citi il grave crimine di aver distrutto un paese benestante come la Libia, per danneggiarci in combutta con l’abbronzatissimo premio nobel per la pace americano. La Merkel non ci chiederà mai scusa per aver imposto ai vertici della Commissione Europea una sua ancella, votata anche da tanti tonti utili italiani. Costei si è rivelata incapace di comprendere che nei contratti di fornitura occorre badare alle clausole di salvaguardia dell’acquirente, specie se si sborsano miliardi e ne vanno di mezzo la salute e la vita dei sudditi. La Ursula, evidentemente una tedesca onesta, ha ammesso di avere sbagliato, anche nella scelta dei collaboratori. Del resto, poverina, nel pollaio di Bruxelles fra i tanti che starnazzano, non si trova traccia di persone competenti. Insomma, la Germania con la mascherina è stata smascherata. Ora gli stati membri si muovano esigendo un nuovo assetto continentale. I piccoli abbiano un guizzo di orgoglio. Una Lituania si senta come un Vermont che non si fa mettere i piedi in testa da un qualunque Texas. Gli stati più grandi, tra i quali l’Italia, facciano valere il loro peso demografico, economico e culturale. Non sarebbe giusto condannare la Germania e finire “sotto” tutti, ma le si chieda di comportarsi da pari, senza voler egemonizzare, perché le sue guerre sono sempre state guerre perse. La secchezza delle fauci e la aridità di cuore di una Merkel non provochino più i danni di una siccità troppo prolungata. Le praterie fertili e le foreste magnifiche dell’Europa invocano la pioggia benefica. Purtroppo per ora piovono le lacrime dei popoli delusi e aggrediti da un maledetto virus cinese, ma a volte i grandi mali risvegliano nelle genti il coraggio di reagire e rialzare la testa. In un’unione di stati con pari dignità è giusto che esistano regole comuni, ma non regolamenti comunitari castranti. Nelle questioni vitali interne i governanti tutelino prima di tutto i loro governati, come dire da noi “prima gli italiani”, ma non nel senso del vecchio e terribile “über alles” tedesco. Se qualcuno in Europa dovesse ancora ritenersi superiore agli altri ricordi bene che chi più in alto sale più in basso precipita quando la sorte gli gira le spalle. Ormai è certo che Frau Merkel dovrà presto sloggiare. Diciamole nella sua stessa lingua: “denken Sie daran das ist es auch eine schöne Lektion”…pensi che anche questa è una bella lezione.
Umberto Mantaut