La parola delusione è già per sua natura abbastanza triste, ma quando diventa cocente è molto simile a un dolore. Parliamo di quanto accaduto dopo la elezione del primo Sindaco donna della storia cerveterana, naturalmente dopo un ragionevole tempo di attesa che sempre si concede ad ogni nuovo insediamento che richiede tempi di adattamento, astruse alchimie politiche per le cariche e studio delle pratiche pendenti . La Signora fu scelta a furor di popolo, soprattutto quello di Marina di Cerveteri dopo una campagna elettorale appassionata da parte di molti di noi, stanchi di essere trattati da cittadini di serie B. La appassionata campagna elettorale e le promesse ci facevano sperare con tutto il cuore in un deciso cambio di rotta del barcone municipale pieno di falle e follie, tenuto sempre al timone da una classe dirigente a dir poco immobilista e retriva, quasi sempre accanita nel vessare le popolose frazioni residenziali i cui contribuenti, a fronte di tasse pesanti, hanno sempre ottenuto servizi da quarto mondo. Il curriculum del nuovo gentile Sindaco non lasciava dubbi circa le sue competenze anche tecniche in materie importanti come la urbanistica, la viabilità, l’arredo urbano, i lavori pubblici, il verde pubblico, l’ambiente ecc. (laurea conseguita presso il Politecnico di Torino). Inoltre, essendo di origini valdostane, si pensava che la Signora portasse nella Giunta un po’ di aria fresca, magari di provenienza svizzera, inducendola a non farci rivivere le solite farse delle afose estati ceriti, le trasferte in massa delle Giunte nelle cittadine gemelle, persino con la banda musicale, i mercatini di cianfrusaglie e gli eventi “culturali” alla Legnara, riservando le legnate a residenti e bagnanti della costa, oggi persino taglieggiati per il parcheggio sulle sterpaglie di un lungomare che, da fiore all’occhiello del precedente facondo Sindaco Pascucci, è oggi appassito in un seccume pietoso. Trascorso un più che ragionevole tempo di attesa per vedere qualche promessa mantenuta, tutto avremmo accettato, ma non di piombare in un ulteriore degrado così spaventoso. Strade piene di buche, marciapiedi impraticabili per erbacce e dissesti, montagne di spazzatura ovunque, taglio di alberi lasciando uno scempio, pochi vigili per mantenere un minimo di ordine e decoro. Se la qualità della vita peggiora in maniera tanto vistosa, il popolo delle periferie se la prende con le amministrazioni e tende a non apprezzare gli “eventi”. Prima di bearsi della cultura e dei concerti si vorrebbe uscire di casa senza trovare strade e marciapiedi impraticabili e pattume sparso ovunque. Questo dovrebbe essere abbastanza chiaro. Anche il lato “umano” ha creato sconcerto. Eravamo abituati al sorriso gentile dell’attuale first lady. Da solerte vicesindaco la si vedeva sempre attiva sul nostro territorio a seguire lavori, prendere nota delle richieste, dialogare sorridente con noi plebei, ed era tradizione augurarci buona domenica sul sagrato della nostra parrocchia. Come gli altri emeriti sindaci, si vede che per tradizione, appena eletti, si chiudono in Municipio, buttando via la chiave, oppure escono solo per tagliare nastri e presenziare agli eventi strapaesani, magari ad applauso sicuro e foto ricordo. E’ lampante, comunque, che, uomo o donna, sempre persona eccellente e di buona volontà, il primo cittadino di Cerveteri è immediatamente condizionato e paralizzato dal suo entourage con la consueta politica. Ogni tanto qualcuno nelle frazioni trascurate, esasperato, cerca di organizzare una protesta di piazza (Morbidelli!), ma senza buona comunicazione e scegliendo giorno, ora e luogo inadatti. Chi pensava di contare 44 gatti si deve fermare a 22. Del resto molti “residenti” aprono le case per quattro settimane in estate, contribuendo solo ad aumentare la confusione e la sporcizia dilagante. Chi compra una seconda casa al mare la intesta a un congiunto per ragioni fiscali, ma nessuno ci vive stabilmente. Non parliamo di comitati per chiedere il distacco amministrativo dal Comune tiranno, tutto finisce fra le buone intenzione delle quali sono lastricate le vie degli inferi. Le Giunte di Cerveteri ridono sarcastiche per queste “agitazioni” senza costrutto, non hanno mai gradito consigli e sempre ignorato le critiche. A fine della “alta” stagione, Campo di Mare detto alla francese Champ de mer, torna ad essere Champ de merde, Cerenova rimane la Cererentola maltrattata da matrigna e sorellastre, dal nome sinistro di Banditaccia e Legnara. Principi azzurri per salvarla non si trovano, perché nell’area non sono più possibili le solite speculazioni edilizie. Forse sindaci e giunte continueranno a trattarci da contribuenti da spremere e cittadini di serie B, ma non capiscono che siamo passati dal qualunquistico “son tutti uguali” al ben più disarmante “sono uno peggio dell’altro”. Che tristezza.
Umberto Mantaut