I fenici la fondarono con il nome di Ibossim, per i romani fu Ebusus, ma in maiorchino oggi la chiamano I’bidzdza. Attualmente la città vecchia di Ibiza, chiamata Dalt Vila, continua a vivere chiusa entro la sua cintura di mura gigantesche, interrotta da sole tre porte e rinforzata da sette poderosi bastioni. Il colore dorato della muraglia di pietra si deve a secoli di sole, a contrasto con il bianco accecante delle case del borgo di stile iberico-moresco. Il ciottolato del vicoli è lucido e le scale sono consunte per il secolare andare degli abitanti di abitudini catalane, ma la lingua catalana in quest’isola si parla con inflessioni maiorchine. Dai bastioni il panorama è magnifico dominato dal blu profondo del Mediterraneo, il verde spento della macchia e il candore delle case della città e dei borghi lontani. Un tempo il Portale di ses Taules veniva chiuso di notte sollevando le tavole (taules) dell’antichissimo ponte levatoio. In quella parola, come in centinaia di altre dell’idioma locale, si ravvisa una stranissima somiglianza con il piemontese o il genovese, tutte lingue di origine occitana. Tutto il complesso storico dell’antica città di Ibiza è considerato patrimonio dell’umanità, protetto dall’UNESCO dal 1999. La necropoli di Puig des Molins e i ruderi di Sa Caleta, oltre a tracce lasciate da fenici e cartaginesi indicano che l’isola ha avuto sempre grande importanza mediterranea. L’ambiente marino offre l’interessante particolarità delle praterie sommerse di Posidonia oceanica. L’attuale Ibiza è per certi aspetti ancora una rude isola di pescatori, in alcuni angoli selvaggia, altrove leziosa, ma in parte appesantita dall’edilizia moderna al servizio del turismo di massa. Infatti, la moda della vacanza ad Ibiza è sostenuta dalla presenza sull’isola di innumerevoli locali per il divertimento giovanile, con un pizzico di trasgressione che spazia dalle spiagge naturiste alle discoteche scatenanti e ai locali gay. Ibiza ha un aeroporto ben collegato con tutte le città spagnole e con varie capitali europee. Il porto ha banchine adatte all’attracco delle enormi navi da crociera, palazzi galleggianti di 14 piani, con collegamenti con il centro della città mediante autobus navetta. Allora chi sa guardare scopre che spesso dietro i grandi complessi edilizi appariscenti esistono ancora vaste aree vuote invase da sterpaglie. La bolla immobiliare ha messo in crisi le vendite di alloggi turistici, ancora offerti a caro prezzo, ma che non trovano acquirenti. L’inizio della stagione estiva 2022 sembra non promettere molto bene per negozianti ed albergatori, ancora in crisi causa covid e con l’Europa in difficoltà economiche e per eventi bellici. Inoltre, le mode turistiche sembrano caratterizzate da una certa crudeltà. Lanciano una località che si attrezza per una recettività sempre crescente, poi la abbandonano per altri lidi. Gli sciami dei vacanzieri si spostano come le cavallette. E’ accaduto a Mikonos e Agadir, ora tocca ad Ibiza, Sharm el Sheikh e Torremolinos. Pochi sanno che Ibiza fa parte di un arcipelago minore detto delle Pitiuse, quando in genere la si considera parte delle Baleari, comunque, chi ha conosciuto e visitato a fondo Mallorca, la magnifica isola maggiore delle Baleari, deve ammettere che Ibiza per diversi aspetti appare meno bella. Dal mare, quando la nave s’allontana nel tramonto dopo due giorni di tranquilla permanenza in questa isola dalla fama eccessiva, Dal Vila s’allontana lentamente in un alone dorato, fortezza gigantesca contro gli invasori, che si è arresa di fronte all’invadenza frivola dei turisti.
Umberto Mantaut