Per la verità e per non essere tacciati di disfattismo, la nostra amata Cerveteri in questo ultimo triennio ha scalato la classifica dei comuni virtuosi in termini di raccolta differenziata dei rifiuti, piazzandosi in ottima posizione. Forse non riuscirà a collocarsi in testa a livello nazionale, ma sicuramente nel Lazio pare che abbia già sbaragliato tutti. Forse il merito si deve alquanto ridimensionare tenendo presente che la Regione, a iniziare dalla negletta Capitale d’Italia, è una gigantesca pattumiera a cielo aperto, mentre Cerveteri in fondo si salva, con il suo sudiciume a macchia di leopardo. Qui da noi l’Amministrazione ha attuato un’autentica rivoluzione, per ora rimasta alla fase della ghigliottina e relativo Terrore: eliminati assolutamente tutti i cassonetti stradali e posto un pesante capestro sul groppone dei cittadini contribuenti. Sempre per la verità, costoro hanno comunque risposto con grande senso di responsabilità e rassegnazione, accettando regole molto difficili da comprendere e rispettare, illudendosi di ottenere un servizio migliore e una tassazione meno pesante. Su questo tasto occorre precisare che non ci si può illudere che un servizio capillare che richiede più mezzi e personale finisca per costare meno rispetto al vecchio sistema, francamente grossolano, di conferimento alla rinfusa. Non è sempre vero che il contribuente, che ha in uggia le imposte, consideri allo stesso modo le tasse versate per ottenere un preciso servizio, se questo è puntuale ed efficiente. Lo stesso vale per i contributi, specie previdenziali e per la salute, per i quali si ottiene prima o poi un ritorno a favore del contribuente. Insomma, per eliminare i troppi rifiuti che si producono, sapendo che si possono riciclare con vantaggi economici e con la salvaguardia dell’ambiente, si arriva al paradosso che si pagherebbe volentieri anche di più di quanto si spende oggi con la pesante TARI irrazionalmente calcolata. Il guaio è che, la “pietra” della buona intenzione tolta dalla via degli inferi e collocata sullo stomaco dei cittadini rischia di appesantirsi se alla già massiccia TARI si aggiunge la P di “puntualità”. Pochi hanno ancora afferrato che il Comune punta ora decisamente ad una “tariffazione dei rifiuti puntuale”, e la nuova tassa si chiamerà TARIP. Qui è d’uopo riassumere e poi cercare di capire cosa accadrà. Quando dalle strade sono spariti i vecchi cassonetti, quasi tutti i residenti e i titolari di seconde case sono stati dotati di mastelli. Sono cinque: umido, plastica, carta, vetro, indifferenziato. Sono molto ingombranti. Non è un problema per chi ha casa grande con terrazzi, balconi, rimesse, giardini. Gli sventurati dei mono e bilocali se li ritrovano sotto il letto o ammonticchiati nel cucinino. Poi sono stati escogitati turni e orari rigidi di esposizione sotto casa. Nei grossi complessi lo spettacolo è deprimente, poiché non si è pensato a più razionali contenitori condominiali, riservati e chiusi a chiave. Gli esercizi pubblici, negozi, bar, botteghe, hanno a disposizione contenitori insufficienti. Il risultato è uno scempio sotto gli occhi di tutti. Alle molte persone ligie al dovere si aggregano innumerevoli maleducati. Il territorio ha l’aspetto di una discarica a cielo aperto. Pare che vengano anche estranei da località vicine ad abbandonare rifiuti ovunque. Qualcuno è incappato in sanzioni, ma è difficile mettere il sale sulla coda dei trasgressori. I proprietari di seconde case usate saltuariamente, non potendo per ovvie ragioni rispettare turni e orari, se non si portano via i rifiuti, li abbandonano dove capita, per non parlare dei “passanti” e dei “turisti” della domenica, detti anche ”fagottari”. Non esistono sul territorio sufficienti cestini o appositi contenitori a tema, sicché si sentono autorizzati ad abbandonare in spiaggia, lungo le strade e nelle aiuole rifiuti di ogni tipo. I mastelli hanno codici a barre, finora senza senso e inutili. Con l’avvento della TARIP attraverso i codici a barre, mediante pesatura “puntuale” dei vari rifiuti, si dovrebbe ottimizzare il servizio e “tassare” i contribuenti non più in base alle concrete metrature delle case e al numero censito dei residenti, bensì in funzione della “cacca” virtuale prodotta annualmente da ogni utente, analizzandola appunto come umido, plastica, carta, vetro e prodotti non riciclabili. Sembra un sogno a occhi aperti, orecchie tappate e cervelli chiusi per lo sgomento. Intanto, già ora la raccolta con i mastelli richiede più tempo e personale, rispetto al vecchio sistema dei cassonetti svuotati da autoveicoli appositamente attrezzati. Con la TARIP il personale dovrà pesare, registrare attraverso i codici, trasmettere i dati agli uffici fiscali comunali. Qui, altro personale addestrato dovrà elaborare i dati con i cervelloni ed emettere poi i bollettini di pagamento della tassa “puntuale” da inoltrare ai contribuenti. Pensare che il sistema finisca per costare meno è pura utopia. Potrebbe anche funzionare, ma ecco gli inganni che la gente troverà per aggirare la legge. I produttori di molta “monnezza” cercheranno di addossarla ad altri. Facilissimo, dato che i mastelli sono aperti e attendono al buio gli addetti alla raccolta. Altri semplicemente continueranno a fare come sempre abbandonando i rifiuti ovunque. Poiché i costi della raccolta fatalmente saranno maggiori, non si comprende bene come saranno suddivisi per la parte non “pesabile” via codici a barre. Insomma, prepariamoci alle comiche che abbiamo già vissuto sul territorio con le bollette pazze della Acea, a suo tempo arrivate persino a exsindaci, prima che si facesse un minimo di ordine. Intanto, solo qualcuno è al corrente che i codici a barre dei famigerati mastelli devono essere comunicati al Comune. I maghi dell’informatica non dovrebbero avere problemi. Vanno su un’app, passano a una icona, affrontano una libidine di clic e compiono il loro dovere. Le masse per le quali si dà per scontato che sappiano smanettare sul computer, ma neppure lo posseggono, possono chiamare un numero: 3510702468. Provare per credere, rispondono con estrema gentilezza e si possono dettare i codici dei cinque mastelli in dotazione. Bisognerà vedere cosa faranno i tanti che non si interessano di nulla, che non hanno mai ritirato i mastelli, oppure non li utilizzano, senza contare i molti mastelli già malconci o rubati, poiché accade anche questo.. Auguriamo buona fortuna e successo alla TARIP, sarà carissima e sperequata, ma la pagheremo zitti e buoni, così sempre Tutti Abbiamo Risolto Italici Problemi.
Umberto Mantaut