Cerveteri brilla nel Lazio come la città con i migliori risultati per quanto concerne la raccolta, lo smaltimento e il riciclaggio dei rifiuti urbani. Naturalmente per carità di patria, anzi di regione, si eviti si superare i confini della Toscana o andare nel nord, dove certi “problemini” sono stati risolti molto meglio, persino ricavando preziosa energia dalla “monnezza”. In molti centri da Capalbio in su con grande stupore ci si accorge che è difficile trovare una cicca in terra. Qui si trovano ancora materassi vecchi, televisori, copertoni, buste di “zozzerie” abbandonati nei posti più impensati, si dice anche portati dall’esterno, senza mai sapere da chi. Qualche trappola con video ha permesso di individuare e multare, forse troppo poco, i mascalzoni che si comportano da selvaggi, ma la lotta contro questi vizietti è dura. Si fa quel che si può, poi si scivola sulla buccia di banana di un dettaglio che offusca le glorie delle Giunte virtuose. E’ proprio vero che la magagna si nasconde nei dettagli. Arriviamo al punto. Tutti apprezzano quanto fatto a Cerveteri per il conferimento e lo smaltimento dei rifiuti ingombranti. Esiste, sulla via Settevene Palo, appena fuori dall’abitato un grande complesso al quale si può accedere in giorni e orari opportuni per eliminare masserizie vecchie, elettrodomestici guasti, ammassi di rottami di vario genere. Qui viene il bello, anzi il brutto. Chi svolta a destra dalla via asfaltata per entrare nel comprensorio suddetto, riceve un primo segnale d’allarme da parte delle sospensioni del veicolo. Due grosse buche fanno sobbalzare, poi ci si inoltra per poco più di 100 m. su una pista africana con polverone in estate e fango in inverno. La mulattiera finisce in uno spiazzo, pure quello in terra battuta, dove si può scendere per conferire indumenti e biancheria, ovviamente in buono stato e chiusi in appositi sacchi, nei cassonetti gialli piazzati a schiera a questo scopo. Sorpresa! Quasi tutti traboccano, i sacchi sporgono esposti alle intemperie e il volenteroso si riporta a casa il suo pacco, quello meno corretto lo abbandona a terra. Tornati in macchina con le scarpe polverose o infangate, finalmente, si varcano le porte del paradiso. Il centro per la raccolta è molto ben strutturato. Ciò che colpisce è la solerzia del personale che aiuta il cittadino a gettare correttamente i suoi rifiuti e sbriga le poche, sembra inevitabili, operazioni burocratiche. Poi finalmente con qualche sobbalzo si ritorna sull’asfalto della strada che collega Cerveteri a Bracciano. Se qualcuno legge, capisce che per quel piccolo errore il Comune si espone a una figuraccia e una critica che si potrebbe evitare. Dubitiamo che occhi autorevoli badino a queste quisquiglie, ma confidiamo nell’attenzione di qualche impiegato attento, magari una di quelle persone che in silenzio e dedizione fanno funzionare cose che altrimenti andrebbero a rotoli. E’ doveroso ripetere quanto detto per il personale che assiste i cittadini nel Centro per lo smaltimento dei rifiuti. A Cerveteri, in ogni stanza dei palazzetti del centro, alla Legnara o al Granarone, il cittadino trova sempre impiegati estremamente cortesi, preparati e pazienti. Forse qualcuno di loro ci farà risorgere dalla polvere e dal fango, ben sapendo che non sarà nemmeno ringraziato. Gli alti papaveri risponderebbero che la colpa non è loro, si è dato il lavoro in appalto e, come si sa da anni, gli appaltatori sono intoccabili. Pochi metri di asfalto costano tanto e si va fuori bilancio.
Umberto Mantaut