Prendiamo spunto dall’articolo dei simpatizzanti di Italia Viva, quello a titolo “Chi ha votato questa maggioranza chieda i motivi di questo scempio”, per parlare dello stato di degrado inarrestabile che da tempo immemore caratterizza Cerveteri, in particolare la ex ridente frazione a mare, Cerenova. Questo giornale, dapprima pubblicato come mensile in forma cartacea con titolo Caerenova, nasce nel 1998 proprio per cercare di fare da pungolo alle diverse amministrazioni, che nel tempo si sono susseguite, mettendosi dalla parte del cittadino. Dopo un quarto di secolo dobbiamo riconoscere che il nostro lavoro è stato perlopiù vano, probabilmente perché il cittadino di Cerenova, o Marina di Cerveteri, è variegato. Cerenova nasce a fine anni ’70 come centro esclusivo di villeggiatura di lusso, portata persino ad esempio di come dovrebbe essere concepito un centro abitato a dimensione d’uomo. C’era persino una fluente frequentazione di turismo straniero. Le successive crisi economiche e le ambizioni della politica hanno fatto sì che Cerenova liquidasse un Consorzio che ne garantiva pulizia ed ordine, per demandare ogni cosa alla gestione comunale. Da lì, proprio da quella data, il degrado è stato dilagante, inarrestabile, ma non perché fosse difficile da contrastare, tutt’altro, semplicemente perché la politica ha preso strade che non incrociano quelle dei cittadini, ed i cittadini hanno comodamente mollato schierandosi dietro al comodo quanto deleterio “tanto sono tutti uguali.” Nel frattempo, la Cerenova bene è andata altrove ed i turisti hanno scelto località più accoglienti. Bisogna ricordare che ci fu un serio e concreto tentativo di distacco dal Comune di Cerveteri per dare vita ad un nuovo Ente Locale condotto dai cittadini, ma fu stroncato sul nascere. Nei diversi periodi elettorali sono nate coalizioni cosiddette civiche, ma a nulla hanno portato se non qualche personaggio ad andare a sedersi tra i comodi scranni comunali. Intanto quaggiù, nella frazione a mare, è far west. Vige la legge del più forte e si rischia la vita solo a ricordare le regole di buona creanza a qualcuno dei tanti che violano impunemente la legge. Ora fa capolino qualche tentativo di manifestazione del disagio che si vive quaggiù, abbandonati ed in balia degli eventi. Che dire, noi lo scriviamo ancora una volta tutto questo, ma non buttiamo di certo via la velina perché, siamo abbastanza certi, tra un po’ ci troveremo a riscrivere sempre e solo le stesse cose. Una conclusione però va tratta da tutto questo ed è, almeno secondo noi, l’assenza ed il disinteresse del cittadino, certamente variegato perché qui ha la villetta chi ancora resiste e ci viene un paio di mesi l’anno, chi non può permettersi una casa nella capitale, chi ci lavora, insomma tutte quelle persone che a Cerenova ci dormono e se ne vanno, pressoché indifferenti a ciò che capita oltre l’uscio di casa propria. Probabilmente è per questo che Marina di Cerveteri non ha ancora acquisito la mentalità e la struttura di un vero e proprio centro cittadino. Come facciamo ad essere così risoluti? E’ presto detto. Non abbiamo ancora la mentalità del paese, ma questo lo scrivevamo nel numero di esordio del nostro giornale. Era il 1998
Giorgio Raviola