Il programma televisivo “Mattino Cinque” differisce da tanti altri spettacoli del piccolo schermo per una certa sobrietà. Si dibattono temi importanti di politica ed attualità con invitati e opinionisti, stranamente educati, perché parlano uno per volta e pacatamente, mentre siamo abituati allo spettacolo indecente di gente che urla e cerca di impedire agli altri di esporre le opinioni. Di solito il pubblico si limitava a casalinghe e pensionati, poiché di norma le masse lavoravano e i giovani andavano a scuola. Oggi, con tutti reclusi, gli ascolti in tv sono molto aumentati. Qualche giorno fa, in quella fascia oraria, si parlò molto del tragico aumento della povertà in Italia, con la prospettiva che le cose possano peggiorare se la economia continuerà ad essere boicottata dalla pandemia e dalla pessima gestione dei provvedimenti maldestri per contenere i contagi e favorire le vaccinazioni. Quasi a sorpresa, ad un tratto, si udì una bella e sofisticata agente immobiliare raccontare che, almeno a Milano, la novella peste ha dato impulso alle compravendite di case di estremo lusso, con quotazioni da capogiro. Gli acquirenti sarebbero ricchi nostrani e investitori stranieri. I ripetuti blocchi delle libertà inducono le persone a godersi la casa. Se la dimora ha grande terrazza con vista sul Duomo e sui grattacieli della metropoli lombarda, dentro è arredata come la reggia di Versailles ed è costata 14 milioni di euro, la vita del recluso risulta senza dubbio non troppo pesante. La cosa può essere vista come uno schiaffo alla miseria, ma se si reprime la prima impressione, sorge spontanea qualche riflessione non del tutto negativa. Intanto, nonostante tanti sforzi progressisti, le politiche italiane non hanno ancora fatto scappare tutti i ricchi con i loro capitali. Si dice che sia più facile che un cammello passi per la cruna di un ago piuttosto che un ricco possa andare in paradiso, ma tutti coloro che stanno nell’inferno terreno della miseria sognano di poter diventare ricchi. La cosa può anche non piacere, ma i ricchi hanno patrimoni di cui godere spendendo molto, capitali da investire per ottenere rendite, fanno circolare denari, creano opportunità di lavoro ed impresa per altre persone. Insomma, se ci fossero più ricchi e meno poveri, staremmo tutti assai meglio. Dal continuo diverbio fra liberisti e collettivisti è comunque emerso che livellare in basso non si traduce mai in un aumento del benessere generale, però occorre che tutto sia armonizzato attraverso una giustizia tributaria, ossia un fisco intelligente. Tra le imposte, tutti gli economisti seri sono d’accordo che le patrimoniali sono inique. Un grande patrimonio potrebbe anche essere poco fruttifero e tassandolo si provocherebbe distruzione di ricchezza, Le imposte giuste sono progressive ed ognuno dovrebbe contribuire in base alla propria possibilità calcolata in termini di reddito. Comunque, in tempi di guerra, catastrofi naturali e altre calamità, il ricorso ad una tassa straordinaria sul patrimonio potrebbe essere anche immaginata come estrema ratio, ma è difficile concepirla oggi in una economia globalizzata. Per reazione, capitali e beni fuggirebbero altrove e persino gli immobili, svenduti a stranieri pronti ad approfittare dell’occasione, passerebbero in altre mani. Quella gentile signora che funge da intermediaria fra ricchi che vendono immobili da sogno e ricchi che li vanno cercando, ha anche accennato al fatto che comprare in Italia risulta conveniente per gli acquirenti abituati ai prezzi e alle tasse di passaggio di proprietà in altre metropoli mondiali. Aggiungiamo che l’Italia ha “affacci” da mille e una notte, non certo solo a Milano con il suo Duomo. Pensiamo al Canal Grande, ai colli fiorentini, alla Costiera Amalfitana, al Gianicolo. Dunque ben vengano gli amanti della bella casa da 14 milioni, ma decidiamoci a controllare se questi signori sono in regola col fisco e, magari, rivediamo la tassazioni sui consumi di lusso, senza infierire sui redditi mediobassi e peggio ancora sui patrimoni. Inoltre, il grosso pubblico, che adora in televisione i soliti divi dello spettacolo e degli sport, dovrebbe domandarsi come mai tante celebrità del passato e del presente hanno preso la residenza in Svizzera, a Monte Carlo o in qualche paradiso esotico, mentre da noi incassano, sfoggiano benessere e altrove trovano vantaggi per le tasse. In materia esiste anche il “piccolo cabotaggio”. Alcuni paesi, persino dentro la UE, offrono vantaggi fiscali ai pensionati, che come si sa benissimo non sono riccastri. Chi ha deciso di vendere casa in Italia, ricomprarla all’estero e farsi accreditare l’assegno mensile in una banca locale, tra l’altro al lordo dell’Irpef, paga una piccola tassa allo stato ospite. Tanto per essere concreti, citiamo l’Algarve in Portogallo e le isole Canarie. Non potremmo noi favorire il nostro sud con analoghe agevolazioni? Per certe cose non occorre avere un cervello da drago, basta quello vivacissimo di una gallina.
Umberto Mantaut