“Inaccettabile che il corpo delle donne diventi oggetto di contesa elettorale”
Episodio vergognoso quello avvenuto ieri su Facebook. Nel corso di un tipico confronto social un utente con profilo chiaramente fake denominato “Alessandra Serperi”, senza foto proprie e con account creato solo 2 giorni prima, ha cominciato a scrivere commenti offensivi, veri e propri atti di body shaming, nei confronti della 31enne Alessandra Maggi e della 22enne Martina Paoli, entrambe candidate consigliere di Ladispoli Attiva. Di seguito alcune frasi:
“Ciao Alessandra Maggi è sempre bello vedere il tuo faccione in primo piano”, “Martina Paoli per entrare nella vostra coalizione bisogna essere persone ‘di peso’”, e ancora “non si nota che vi piace mangiare”.
I commenti, di cui alleghiamo screenshot, sono stati poi rimossi. A differenza del vile autore dei commenti, le vittime di queste frasi indegne hanno avuto il coraggio di metterci la faccia e denunciare pubblicamente l’accaduto con dei post che hanno subito ricevuto centinaia di condivisioni e commenti di solidarietà:
“Secondo il signore in questione – ha scritto Alessandra Maggi – a poco valgono la mia laurea in giurisprudenza, i miei 15 anni di impegno nel sociale, i miei 6 anni di militanza nella lotta per la casa, se il MIO corpo non rispetta i SUOI standard”.
“Dedichiamo la nostra vita e il nostro impegno per costruire uno spazio sicuro in cui a regnare siano rispetto ed umanità e non pregiudizi ed ignoranza” ha scritto invece Martina Paoli.
Sull’argomento è intervenuto anche il sindaco di Cerveteri e candidato sindaco di Ladispoli Alessio Pascucci:
“Esprimo piena solidarietà ad Alessandra Maggi e Martina Paoli per gli insulti ricevuti, vergognosi soltanto per chi li ha vigliaccamente formulati, e le ringrazio per aver reagito con coraggio e determinazione”, ha dichiarato Pascucci.
“In passato parole di quel genere rivolte a persone meno forti e consapevoli hanno provocato conseguenze molto gravi”, ha aggiunto Pascucci. “È assolutamente inaccettabile – ha concluso – che il corpo delle donne diventi oggetto di contesa elettorale”.
