Mai come in questi ultimi tempi è apparsa chiara a tutti la incredibile imbecillità delle nostre classi dirigenti. Da Stoccolma a Lampedusa, da Capo Nord a Cadice sembra non esista più un politico europeo istruito in materie fondamentali come la storia, la geografia fisica e politica, la etnografia, la geopolitica, tutte essenziali se si vogliono occupare posizioni di comando in dicasteri chiave come quelli degli esteri, degli interni e dell’economia. Siamo cittadini del vecchio continente, grande per cultura e tradizioni, ma piccolo dal punto di vista territoriale e facciamo di tutto per dimezzarlo o spezzettarlo. Ci definiamo “occidentali” come se fosse un pregio, dimenticandoci che l’occidente corrisponde al tramonto, con i suoi bagliori rossastri e sinistri, prima di piombare nel buio della notte delle nostre economie autodistrutte e sabotate dall’America, con i relativi incubi che agitano i nostri sonni angosciati. Qualche decennio fa un grande uomo francese, pur senza abbandonare la boria della grandeur e dello sciovinismo del suo popolo, tentò invano di ricordare agli europei che il nostro vecchio continente va dall’Atlantico agli Urali. Non aggiunse che, considerando gli immensi territori della Russia asiatica potremmo contare su un dominio esteso dall’Atlantico al Pacifico, insomma, tutti noi uniti, neolatini, anglosassoni e slavi saremmo la più grande entità politica e territoriale del mondo. Continuiamo a considerare la Russia come una nemica, mentre forse è la nazione che per natura, cultura e religiosità del suo popolo è sempre stata e continua ad essere un faro di civiltà europea. Persino nei tempi bui e sotto lo spietato regime dittatoriale, favorevole all’ateismo di stato e all’appiattimento delle personalità e delle iniziative, i russi continuavano a tentare di dialogare con i fratelli europei. Ma noi tremebondi confidavamo nell’ombrello protettivo americano convinti che ci riparasse da una pioggia di bombe atomiche che non è mai venuta. Quando l’URSS si è dissolta come neve al sole e il truce muro di Berlino è caduto sotto i picconi tedeschi, ci siamo tutti rallegrati per la riunificazione della Germania che ci ha massacrati economicamente, mentre non abbiamo capito che nell’abbraccio con i nostri vicini russi avremmo avuto tutti enormi vantaggi. Loro si aprivano alla economia di mercato passando dai razionamenti e dai piani quinquennali catastrofici al benessere occidentale, noi avremmo fruito a condizioni amichevoli delle immense risorse di quel grande paese. Nonostante, queste semplici osservazioni, come idioti e crucchi in seno alla Unione Europea abbiamo scatenato le disunioni. La Grecia è stata distrutta, l’Italia vessata, l’Inghilterra indotta a fuggire rifiutando le regole suicide stabilite a Bruxelles da una banda di incapaci. Chiamandola Unione abbiamo raffazzonato un’accozzaglia di stati e staterelli incapaci di avere una linea comune nelle cose essenziali. Nessuno si è accorto dell’inutilità di una Nato sotto controllo USA in funzioni antirussa. Abbiamo applaudito a scena aperta all’elezione dei presidenti americani democratici, ben avendo sempre notato che più degli altri sono guerrafondai e analfabeti in geopolitica. L’ultimo ci sta mettendo in una crisi di Cuba alla rovescia. Un tempo i sovietici tentarono di piazzare i loro missili nati vecchi a due passi dalle città americane e fummo sull’orlo di una guerra atomica, ora Calamity Joe si è messo in testa di minacciare la Russia con missili di ultima generazione a soli 300 km da Mosca. Nuovamente venti di guerra da combattere in casa altrui ed anche con uomini altrui da mandare al macello, come per consuetudine americana. Invece di inventare sanzioni verso uno degli stati europei più importanti di tutti noi messi insieme, dobbiamo sperare nella saggezza e nella astuzia degli abitanti del Cremlino. La guerra totale non ci sarà. La Russia ha approfittato astutamente della provocazione della Nato per dare una mano alla regione del Donbass, abitata in gran parte da russi, ripetendo l’operazione riuscita in Crimea. Consci che il paragone è azzardato e sproporzionato, immaginiamo che un altro vecchio cachettico decidesse di piazzare missili a Verona puntandoli su Vienna. L’Austria magari manderebbe truppe in Alto Adige per dare una mano ai biondi abitanti di lingua tedesca che non hanno mai sopportato di essere governati da noi olivastri di idioma toscaneggiante. E pensare che l’Italia si cacciò nella prima guerra mondiale mandando al massacro i nostri soldati per liberare le terre irredente che stavano benissimo con l’Austria e poi in una seconda strage mondiale per poi perdere le italianissime Istria e Dalmazia. Al caro Joe dovremmo raccomandare di ripassare un po’ di storia ed avere maggior controllo delle “loffe” puzzolenti che sgancia in pubblico accanto alle signore e qualche bevanda stimolante per non avere quei suoi proverbiali colpi di sonno dovuti a scarso apporto di ossigeno al già deficitario cervello. Inoltre Joe non è una Sibilla e non si capisce come possa fissare giorno e ora di attacchi generalizzati russi che per ora non ci sono stati. Probabilmente, Joe ci vuole distrarre e inguaiare, inoltre vuole recuperare il consenso degli “amerikani” anche per ciò che ha combinato in Afganistan. Dato che i maschietti evirati europei stanno zitti e a occhi bassi su attributi che non hanno mai avuto, confidiamo nelle nostre donne emancipate. Non dobbiamo dimenticare il dramma delle afgane che Joe ha ricacciato sotto una montagna di stracci neri dopo averle illuse di potersi laureare, scegliersi il marito gradito e vestirsi alla moda, magari anche andando in giro in minigonna e urlanti come una qualsiasi Madonna o Lady Gaga. Vergognati e piantala di far danni d’immagine al tuo paese vecchio Joe! L’Europa, da quando esiste, i danni se li fa da sola, non ha bisogno delle tue spinte. Mosca non ci bombarderà. Semmai lo farà Pechino non con missili ma con navi cariche di porcherie a basso costo. La morte non viene dalla Moscova, aleggia su Senna e Tevere per sfoltirci di un po’ di vecchiume. Non facciamo più figli, li importiamo già svezzati, di sana e robusta costituzione, molto abbronzati e pure belli. Gli stati europei mandano allo studio ovale i loro ministri degli esteri allenati alle ipocrisie diplomatiche a leccare dietro i presidenti come si fa con i francobolli, per farsi rilasciare favori e protezioni. Noi italiani, per fortuna, abbiamo nominato il bello “guaglione” del partito del vaffa. Gli paghiamo molto volentieri la trasferta. Vecchio Joe, ormai noto agli amici come Calamity, muovi le gambette malferme e vagli ad aprire la porta della Casa Bianca. Lui ti porgerà il nostro caloroso invito e magari una bibita fresca e rilassante per attenuare il bruciore.
Umberto Mantaut