Bisogna essere assolutamente gallesi per pronunciare bene il nome di questo villaggio dell’interno settentrionale del Galles, Bettws y Coed (pronuncia, circa, Bettsicoud). Non ha effettivamente nulla di speciale. E’ un piccolo borgo appollaiato su un dirupo di roccia scura, dal quale precipita una spumeggiante cascata. E’ soltanto consigliabile come base di partenza per esplorare questa curiosa parte della Regno Unito. Un piccolo B&B accogliente ha le finestre sul torrente. Nel “bed” si dorme rannicchiati sotto un candido piumone contro i brividi causati dallo scrosciare della cascata e dall’immancabile ticchettio della pioggia inglese sul tetto e sui vetri, ma il “breakfast” è altamente calorico. Si passa da certi salsicciotti in umido con fagioli ai dolci mielosi fatti personalmente dalla padrona di casa, irrorati dal bollente tè nero di Ceylon. Se si dorme fino a tardi quel breakfast si combina col lunch, diventa un brunch e fino a sera si rimani sazi. Si può dire che la porta del Galles sia la città di Chester. Fondata dai Romani nel 79 d.C., con il nome di Deva, Chester è oggi la più bella città medievale della Gran Bretagna, cinta da mura, con complessi di case a graticcio con portici (Rows), bellissime chiese, una Cattedrale romanico-normanna e molti ruderi romani. Poco lontano dalle mura occidentali di Chester si entra nel Galles, affrontando un brusco cambiamento ambientale e linguistico. La regione ha una costa frastagliata e ventosa e un interno ricco di rilievi con paesaggi selvaggi, fra dirupi, torrenti e cascate, alternati a spazi collinari rivestiti da verdissimi pascoli. Non s’incontrano città importanti, ma molti centri con l’aspetto di grossi villaggi arcigni come i loro abitanti dal dialetto incomprensibile, montanari, pastori e pescatori d’una regione dal clima duro. Llandudno è una località balneare nordica, evidentemente solo per gli inglesi che non esitano a tuffarsi nel gelido Mar d’Irlanda, illudendosi che la spiaggia sia protetta dal vento dalla penisola collinosa di Great Ormes Head. Per i turisti freddolosi è a disposizione una lussuosa promenade con alberghi e negozi. Molto più interessante la fortezza gallese medievale di Conway, dalla quale parte un giro di mura turrite che cingono l’antica cittadina. Dopo Bangor, passando sul Menai Suspension Bridge, alto 33 m. sul mare, si raggiunge la triste isola di Anglesey, la Mona romana un tempo abitata dai Druidi. Qui si trova uno dei tanti curiosissimi musei gallesi. Gli abitanti di queste terre, non avendo francamente nulla di veramente artistico e antico da collezionare, inventano musei inverosimili basati sulla storia di una vecchia fattoria, di una fabbrica dismessa, di una cava d’ardesia o di un trenino antidiluviano. Ad Anglesey, nel villaggio di Beaumaris, il museo è la vecchia prigione dove si può visitare la cella dell’ultimo condannato a morte inglese, un criminale accusato di avere ammazzato la suocera. Si vedono i ritratti della vittima, così brutta da scatenare forse l’ira funesta del genero, la tazza dove il condannato ha bevuto il suo ultimo tè e il nodo scorsoio dell’impiccagione. Le strade della Snowdonia gallese sono meno strette di quelle scozzesi, ma altrettanto ricche di scorci panoramici e piazzole di sosta per ammirare colline e monti, cascate e laghetti, greggi, fattorie e villaggi. Fra Caernarvon, con il suo famoso castello e la cittadina d’arte di Saint David’s, la litoranea affacciata sul Canale di San Giorgio offre paesaggi modellati dal gioco delle forti maree. La costa meridionale del Galles, fino al porto di Swansea, gode di un clima più mite, come accade nel sud della dirimpettaia Cornovaglia o nel meridione irlandese, dove termina la corsa della tiepida corrente del Golfo.
Umberto Mantaut