Gli antichi Romani sapevano come tener in pugno il popolo, allora detto plebe. Elargivano “ludi et circenses” che consistevano in giochi da circo, accompagnati da distribuzioni di cibi e bevande. Le masse ragionano di pancia e si eccitano di fronte a prodezze di sportivi e giocolieri. I più tifosi sono quasi sempre gli obesi che adorano i divani e la crapula. Gli attuali “dirigenti” romani, la erre minuscola già li ridimensiona, finora hanno copiato fedelmente i metodi imperiali. Quando le masse nella Roma dei Cesari incominciarono a fiutare l’imbroglio qualcuno disse che il popolo avrebbe dovuto avere una testa sola, per rendere più sbrigativa la sua decapitazione. Invece, alla fine fu l’Impero a perdere la testa, vittima della sue mollezze e della corruzione. Oggi, i ludi circenses si svolgono negli stadi di calcio, la “magnata” a sbafo si chiama reddito di cittadinanza, i giocolieri non divertono più, specie quelli che fanno girare le palle. Ci hanno provato pure con nani e ballerine saltellanti da destra a sinistra dell’osceno palcoscenico, ma niente. La gente si è spaventata di quel continuo ripetere “la peste infuria, il pan ci manca”, rivotateci se no qui sventola bandiera bianca. Un popolo a cervello unificato non sono riusciti a crearlo neppure con il martellamento del “pensiero unico” e del politicamente corretto. Il potere, quando non bastano più le false promesse, le lusinghe e le pretese della casta intoccabile, ricorre ad un altro espediente chiamato “paura”, anzi terrore, gemello siamese del terrorismo. Hanno pensato di infondere “speranza” mettendoci con la tachipirina in vigile attesa di una morte se non sicura, certamente assai probabile. La parola “terrore” fu tradotta in pandemia e per un po’ funzionò. Il popolo sovrano si chiuse buono buono in casa e se usciva metteva la mascherina. Poi si è capito che qualcuno ha intascato milioni di “lecite” provvigioni. Sono arrivati i vaccini. Fanno bene nel senso che poi ci becchiamo il covid, termine col quale si bolla anche un solo colpo di tosse, però lo passiamo in forma lieve e siamo persino contenti quando ci tamponano. La casta, venuta meno l’arma virale, entrò in crisi. Per tramortire le plebi ignave ed anche i pochi che ancora si dedicano ad imprese produttive, ci voleva il gas. Siccome col gas si produce l’energia elettrica, ecco che il terrore corre sul filo e lo si legge negli occhi degli utenti quando arrivano le bollette. Nel leggerle però si scopre che sugli importi relativi al consumo effettivo gravano imposte e addizionali, in parte incomprensibili, sicché la bolletta raddoppia e c’è già chi lascia non potendola pagare. Si grida allo scandalo per gli enormi extraprofitti delle compagnie che hanno il monopolio dell’energia, ma il primo lenone, nel senso di magnaccia è proprio lo Stato. Sui carburanti i furti di Stato si chiamano “accise” e, come per le bollette, il prezzo alla pompa raddoppia. Il motivo più attuale ed efficace per terrorizzare è davvero preoccupante e si chiama “guerra”, a due passi da Trieste, fra quel bravo figlio di Putin e il giullare di Kiev. Si parla di bombe atomiche, così come i funghi si sviluppano gli stati di ansia nelle masse. Un duro inverno ci attende a meno che prima del panettone i due pazzi trovino il modo di mettersi a trattare, sia pure a lungo, in hotel di lusso turco, camera doppia con bagno senza Bidén. Per la verità un inverno freddo in fondo potrebbe essere pure un piacere. Vuoi mettere che bello evitare quelle nottate a 28 gradi con l’aria secca dei termosifoni a tutto gas, scalciando le lenzuola divenute moleste. Spento dopo il TG terroristico delle 20 il televisore che consuma troppa corrente, si mette una candela romantica sul comodino da notte, si indossano cuffia e calzini di lana e solo la parte sopra del pigiama di flanella. Poi ci si stringe sotto il piumone alla consorte da tempo diradata, come si dice in toscana per trascurata. Avendo tempo e con il sonno che tarda si confermerebbe il detto che non esistono donne frigide ma uomini maldestri. Magari nell’estate del 23, che tra l’altro a Roma pare sia un numero fortunato, già annunciata come catastrofica si avrebbe l’auspicabile impennata delle nascite di cui abbiamo bisogno a causa del calo demografico. Poi si cambiano pure le brutte abitudini alimentari. Gli spreconi ancora consigliano di buttare la pasta in acqua bollente e spegnere il fornello, ma il risultato non è pasta al dente, ma pasta dura come un dente finto del ponte fra i molari. Lo stesso risultato si ottiene mettendo gli spaghetti crudi in acqua fredda la sera prima. Si mangiano mollicci e freddi, ma la salsa la scalda a 37 gradi la buona massaia reduce dalle notti sotto piumone mettendosi sotto l’ascella sinistra il contenitore del sugo. L’ascella sinistra è di rigore poiché è vicinissima al cuore che sta rivivendo le caldane della luna di miele. Per illuminare le stanze del bilocale con angolo cottura e bagno nelle quali vive la maggior parte dei cittadini, che hanno tante spese per mantenere due macchine e la seconda casa al mare, basta con le lampadine, pure quelle definite a basso consumo. Tutti ormai sono convinti di aver messo al mondo piccoli geni, che già a tre anni sanno cercare le foto porno sul cellularino personale e poi a scuola zittiscono i professori con la loro maturità. Dunque basta aprire dopo il tramonto le pagelle con i voti brillanti dei ragazzini per avere un effetto rilassante di luce diffusa. Tornando all’elettricità che si produce bruciando gas a rotta di collo, siamo rimasti basiti nel vedere che verso l’Europa convergono più gasdotti che autostrade, ma i padroni della materia prima possono chiudere i caselli o i rubinetti. Non sapevamo che il pianeta Terra, anche in aree dove non si coltivano fagioli, sviluppa nelle sue viscere tante flatulenze, forse non inesauribili, ma che potremmo incrementare sforzandoci con le nostre e quelle delle mucche che dovremmo uccidere perché inquinanti. Nel teatro dell’assurdo ora si stanno accanendo nel dirci che l’auto del futuro sarà solo elettrica. Ma se l’elettricità è destinata a scarseggiare e costare come un metallo o un gas raro, come faremo a ricaricare le batterie? Nessuno ci ha ancora detto quanto costerebbe una corsa in auto elettrica da Roma a Milano, rispetto all’attuale batosta che subiamo a benzina o gasolio. Insomma, un casino elettrizzante, ma le ottobrate continuano a mandarci in giro in maniche corte e fuori stagione maturano fragole e meloni.
Umberto Mantaut