Interessantissimo l’articolo sul Tyrseno dal titolo “Ladispoli – Sì: Il bosco urbano prende forma” firmato dal Circolo Sinistra Italiana e riguardante il progetto Arbolia! Era ora, finalmente qualcuno ha capito che, seguendo i consigli cinesi, se una persona ha trascorso la vita senza mai piantare un albero ha vissuto inutilmente. Il tempo delle seghe a motore è finito, si riparla di vanga per aprire le buche, di acquistare essenze forestali nei vivai e metterle a dimora in modo razionale. Già, poiché di finti rimboschimenti ne abbiamo visti parecchi, evidentemente senza l’ombra di un esperto per consigliare tempi e modi per operare. Mai una goccia d’acqua per soccorrere le piantine nelle fasi di attecchimento, uno spettacolo di miseri fusti secchi ad urne chiuse, poiché quelle messe in scena tipo festa degli alberi sono spesso state allestite per far notare la bravura delle giunte uscenti, cadute in disgrazia per inettitudine. Riconosciamo pure che Ladispoli in un certo senso ha fatto abbastanza eccezione. Il suo biglietto da visita è tuttora il monumentale viale tangenziale sulla consolare Aurelia, con pini ad ombrella stupendi. Purtroppo, tra naturali malattie e morie, incendi e tagli abusivi, i filari sono sbocconcellati paurosamente. Anni fa, forse pure per una lettera aperta del sottoscritto che è agronomo all’assessorato all’ambiente, qualche pino fu ripiantato, ma poi trascurato. Allora lo scempio era limitato, oggi basta un semplice inventario per calcolare i danni. Ladispoli è francamente cresciuta male da un punto di vista urbanistico, ma alle sue estremità costiere ad est e ad ovest vanta due oasi naturalistiche di estrema importanza. Il Bosco di Palo è tuttora in salvo da speculazioni e cementificazione, mentre l’Oasi di Torre Flavia rappresenta forse l’ultima stazione umida di sosta per gli uccelli migratori e un rifugio per le specie stanziali. Anche in città, dove asfalto e cemento lasciano spazi liberi si sono osservati interventi di posa a dimora di piante, avendo cura di scegliere essenze della nostra flora mediterranea. Insomma, l’articolo citato sembra avere un sottofondo critico, ma in effetti distilla un consiglio: eseguire i lavori di posa a dimora in tempi opportuni, con tecniche razionali, assidui controlli nei periodi delicati dell’attecchimento a cura di esperti in scienze agrarie e forestali, anche volontari. Per transitività e per la vicinanza speriamo che si aprano anche alcune orecchie da mercante a Cerveteri negli assessorati ed uffici competenti. La cura del verde pubblico in questo Comune è in apparenza solerte, ma potature, pose a dimora, irrigazioni ed altri interventi tecnici sembrano da anni nelle mani sbagliate. A buon intenditor……
Umberto Mantaut