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E mo???

Circa un mese fa in questa sede si scrisse un elogio alla Regione Lazio per la efficienza nella organizzazione delle vaccinazioni di massa, nonostante le difficoltà, gli errori imperdonabili degli organismi europei, le incompetenze dei governanti nazionali, la invadente burocrazia e le lentezze italiche. Ora è bene ribadire che il Lazio continua ad eccellere e ove possibile migliorare. Lo scrivente, dopo la prima vaccinazione di febbraio, è tornato in marzo al centro per le vaccinazioni di Campagnano Romano. In quella sede, forse con la esperienza, il servizio è ulteriormente migliorato nel velocizzare le operazioni e nell’assistere con squisita cortesia i “pazienti”, per ora tutti molto anziani. La piovra orrenda della burocrazia italiana ha allungato un suo tentacolo, anche in questo delicato settore, cercando in tutti i modi di rallentare i lavori e mettere in difficoltà i cittadini. Dopo una decina di moduli da compilare alla prima vaccinazione, occorre riempirne un’altra dozzina alla seconda iniezione. Il personale, molto comprensivo, aiuta gli anziani in difficoltà. Immaginiamo, moltiplicati questi moduli per milioni di italiani, una montagna alta come il Monte Bianco di buona carta sprecata da mandare poi al macero. Ottenuta la seconda iniezione semplicissima di “anti-Sars-CoV-2/Covid-19, non si rilascia al paziente nessuna attestazione di avvenuta vaccinazione. Gli dicono che è “semplicissimo”: basta andare sul sito SaluteLazio, cliccare su Fascicolo sanitario, inserire il codice fiscale. Naturalmente, per i burocrati il vecchietto residente a Roccannucccia, che non ha il computer, ed anche se lo avesse non avrebbe la connessione, dovrebbe essere un piccolo mago informatico. Comunque, si prova. Dopo aver inserito il codice fiscale, si richiede una misteriosa password. Bloccato il poverino si informa e gli dicono che per accedere alle istituzioni occorre prima avere un certo SPID, fornito dagli uffici postali. A passo lento si fa un viaggio alle Poste. Dopo un’oretta d’attesa all’aperto e al freddo, una cortese impiegata spiega al malcapitato che lo Spid si deve prenotare attraverso uno dei seguenti canali: APP-PT UfficioPostaleBP bancoposta, PP Poste oppure WEB www.poste.it, oppure Whatsapp –Tel 3715003715. Inutile provare. Occorre una preregistrazione on-line sul sito posteid.poste.it. L’infelice rinuncia. Nello specifico, tuttavia, lo scrivente, colta l’occasione nell’aver accompagnato un’anziana signora a vaccinarsi a Civitavecchia e trovando la struttura apposita persino meglio organizzata di quella di Campagnano, ha chiesto aiuto a un giovane impiegato civitavecchiese. Costui, si è fatto dare il tesserino sanitario, è rientrato un momento nel suo ufficio e in pochissimi minuti è uscito consegnando l’agognata “Attestazione di avvenuta vaccinazione anti-Sars-CoV-2/Covid-19”. Si ringrazia vivamente, ma in calce al “documento” si legge: “la presente attestazione non costituisce certificazione”. Ciò significa che praticamente non vale nulla. Se per esempio il vecchietto volesse fuggire dall’Italia e rifugiarsi nel paese dei canguri scoprirebbe che sui voli per l’Australia non si sale a bordo senza passaporto sanitario. Lo rilasciano, sotto forma di scheda plastificata, tipo carta di credito, solo alcuni paesi civili, ovviamente non della Unione Europea, per esempio Israele e da noi, udite udite, lo Stato Vaticano, dove tutti sono già stati vaccinati. La UE ci sta pensando, speriamo non con quella testa di Ursula, e noi aspettiamo l’imbeccata da Bruxelles. Ora pare che dal 20 marzo il sistema AVR rilascerà il FSE, fascicolo sanitario elettronico, con un codice AIC e un QR, attraverso l’app. SaluteLazio.it. Che Dio ci benedica, per ottenere questo prezioso attestato chissà quali procedure si dovranno seguire. E mo, i vecchietti che non sono ancora morti di covid sono destinati al crepacuore.

Umberto Mantaut

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